La continuità dell'assistenza al bambino
Alberto Ferrando (1), Giorgio Conforti (2),Carlo Amoretti (3)
1)Pediatra di famiglia, Pres. SIP Liguria, Ass. Pediatri Extraospedalieri
Liguri (APELonlus)
2)Pediatra di famiglia, seg. Reg. Federazione Italiana
Medici Pediatri (FIMP), Ass. Pediatri Extraospedalieri Liguri
(APELonlus)
3)Dirigente medico I°, U.O. di Pediatria, Stabilimento
Ospedaliero di Imperia, ASL 1 Imperiese
COSA E' LA CONTINUITA' ASSISTENZIALE
La continuità assistenziale si
può definire come :"Quel complesso di interventi che, senza mai andare incontro
ad interruzioni di flusso e quindi di omissioni o, viceversa, a ridondanze di
cure, realizza un percorso assistenziale articolato in più servizi e in più
figure, in risposta ai bisogni di salute del bambino"(1) Così definita, la
continuità assistenziale vede delineati i protagonisti interessati: il bambino e
la sua famiglia, il pediatra o meglio i pediatri che possono essere coinvolti
nell'assistenza ed anche l'organizzazione sanitaria nel suo complesso con i
responsabili istituzionali della stessa.
In termini riduttivi, anche se, allo
stato attuale, rappresenta una delle "urgenze" della pediatria, si intende la
possibilità delle cura del bambino 24 ore su 24 per cui si stanno a livello
locale e a livello nazionale elaborando degli schemi operativi che prevedano
l'integrazione di varie figure professionali. E' inoltre necessario ricordare
che la pediatria (di famiglia ed ospedaliera) ha ormai una buona distribuzione
soprattutto nelle città e nei grandi centri ma che, nelle periferie una buona
parte di bambini non ha possibilità di un accesso diretto ad un pediatra neanche
in centri ospedalieri con grandi bacini di utenza per la mancanza di una guardia
pediatrica attiva stanziale e per la mancanza di sedi con Pronto Soccorsi
pediatrici. Di fatto esistono vari tipi di continuità assistenziale i cui
percorsi debbono essere ancora definiti, in parte o del tutto (vedi box) e che
rappresentano comunque un "continuum" organizzativo e assistenziale che non è
stato ancora, se non in realtà limitate, delineato e proposto ma che rappresenta
una richiesta e una sfida per il futuro di tutta la pediatria.
Esempi di
continuità assistenziale:
A) con passaggio diretto di responsabilità da una
figura professionale ad un'altra:
1. dalla gravidanza alla nascita
(dall'ostetrico al neonatologo)
2. dalla nascita all'arrivo a casa (dal
neonatologo al pediatra curante)
3. dal pediatra al medico di medicina
generale
B) Comunicazione ciclica o bidirezionale
1) dalla vita in
comunità alla vita casalinga (dal pediatra di comunità o dal medico scolastico
al pediatra curante)
2) dal pediatra del consultorio al pediatra
curante
3) dallo specialista al pediatra curante
4) dall'ospedale al
pediatra curante
5) dal medico della guardia medica al pediatra curante
ANALISI DELLE RICHIESTE:
Il bambino e la sua famiglia sono i
fruitori dell'assistenza ed anche coloro che ne fanno richiesta; le domande di
assistenza medica in generale sono statisticamente sempre più in aumento per i
motivi più diversi, anche svincolati o anche contrari ai reali bisogni del
bambino : dall'ansia della malattia e delle sue conseguenze, al calo delle
nascite con perdita di "know-how" generazionale, alle difficoltà organizzative
delle famiglie che vedono al lavoro ambedue i genitori, etc... E' infatti
ampiamente dimostrato nella letteratura, ed è assai evidente nella pratica
quotidiana, quanto vertiginosamente aumentino le richieste di prestazioni
sanitarie in età pediatrica considerate dalle famiglie come urgenti, a dispetto
di un'oggettiva valutazione di triage, sia nel settore del territorio che del
PS.
In circa 10 anni gli accessi ai pronto soccorso, sia per adulti che per
bambini, sono raddoppiati. Secondo una indagine della SIMP (Soc. Italiana dei
Medici di Pronto Soccorso) nel 1985 gli accessi erano stati 17 milioni, nel 2000
50 milioni con un incremento annuo del 5-6%. 7 persone su 10 si recano al PS
perché è più comodo. In campo pediatrico in oltre la metà dei casi non è
presente una situazione di urgenza o almeno è una urgenza "soggettiva". La causa
più frequente di accesso è rappresentata dalla febbre. Nell'80% e oltre dei casi
il pediatra non viene contattato. Gli accessi aumentano molto nei giorni
prefestivi e festivi.
Il 20% degli accessi al PS circa riguarda i bambini. E
negli ultimi 5-6 anni l'aumento degli accessi al pronto soccorso pediatrico è
risultato di circa il 400 per cento. Ne consegue che in un'età compresa tra 0 e
14 anni circa il 25% dei bambini ricorre, almeno una volta all'anno, alle cure
del pronto soccorso pediatrico (dati MUP). (in alcune sedi fino al 50% es
Liguria su 160.000 minori abbiamo avuto nel 2001 84.000 accessi ).
In Italia
inoltre il numero di ricoveri nei reparti di degenza pediatrica è molto più
elevato rispetto agli altri Paesi europei: nel 1998 in Italia sono stati
ricoverati il 124 per mille dei bambini compresi nella fascia di età tra 0 e 15
anni contro il 50 dell'Inghilterra, il 60 della Spagna e il 67 della Francia. Le
cause più frequenti di ricovero nei reparti di degenza pediatrici italiani sono
costituite dalle patologie dell'apparato digerente (principalmente diarrea
acuta), dalle otiti medie, dalle infezioni delle vie aeree, dalla bronchite,
dall'asma, dalle broncopolmoniti, dai traumi e dagli avvelenamenti.
Molte di
queste patologie potrebbero essere risolte mediante un'osservazione breve
intensiva in locali adibiti all'interno del pronto soccorso stesso. Un recente
studio dell'Università del Connecticut(3) conferma come in molti casi esista la
possibilità di trattare i bambini con asma, croup, enterite, avvelenamento e
convulsioni febbrili con un ricovero breve diagnostico e terapeutico in
"osservazione breve" nel reparto di Osservazione(7), con un reale vantaggio per
il bambino e la famiglia e una riduzione della spesa sanitaria.
Inoltre
l'accesso al pronto soccorso rappresenta un modo per avere accesso a prestazioni
sanitarie da parte di extracomunitari che non sono in regola o non hanno diritto
o non conoscono l'esistenza dei vari servizi sanitari(4-6)
Di fronte a queste
domande dobbiamo cercare di adeguare il nostro modo di operare al fine di
trovare un rimedio alle richieste in continuo aumento con alcuni interventi
pratici immediati e con alcuni progetti in fase di realizzazione. Rispondere
alle incongruenze di un sistema a disponibilità oggettivamente, e giustamente,
limitate rispetto a richieste potenzialmente illimitate, non spetta che
parzialmente alle figure mediche, mentre è senza dubbio nostro compito quello di
elaborare modelli condivisibili nel settore dell'urgenza. L'aumento dell'accesso
ai servizi di pronto soccorso è dovuto a vari fattori tra cui la convinzione
nella popolazione di trovare una risposta più adeguata e un servizio più
completo alle necessità dei propri figli, ma anche all'ansia degli stessi
genitori, all'eccessiva medicalizzazione della società, alla gratuità delle
prestazioni, alla comodità del servizio (in rapporto agli orari di lavoro,
all'uscita dalla scuola materna e così via) (5).
Non va, inoltre, dimenticato
che l'attività del pediatra di libera scelta, spesso limitata a orari precisi ed
esclusivamente nei giorni lavorativi, non garantisce la continuità assistenziale
e a volte incrina il rapporto di fiducia esistente tra la famiglia e il pediatra
stesso.
Mentre è possibile dare una definizione dell'emergenza come di
"malattia o incidente che richiede trattamento immediato per evitare ulteriori
danni al paziente", l'urgenza configura una condizione assai meno definita: la
Mup (medicina d'urgenza pediatrica) propone infatti di considerare sotto il
termine di urgenza "qualsiasi condizione di malattia, malessere o lesione che, a
giudizio del bambino, della famiglia o del medico, richieda un'attenzione e un
approccio diagnostico e terapeutico immediati".
EVOLUZIONE DELLA MEDICINA
La medicina è notevolmente cambiata negli
ultimi decenni in quanto alcune procedure diagnostiche non erano disponibili
anni fa (diagnostiche radiologiche come TC e RMN ed ultrasuoni), gli ospedali
erano pochi e poco attrezzati, la mortalità infantile era molto più alta e il
medico o il pediatra, era la figura professionale che si chiamava, in occasione
di malattie e spesso con il carattere di urgenza. La medicina era basata sulla
diagnosi e cura delle malattie, la prevenzione di fatto non esisteva, l'unico
intervento preventivo era rappresentato dalle vaccinazioni.
Il medico era
visto come una figura eroica e tutti ricordano anche con nostalgia la figura del
medico "condotto" che curava tutto e tutti, talora anche gli animali, assisteva
ai parti, non "staccava" mai e lavorava sia di giorno che di notte. In questi
decenni la medicina è cambiata per vari fattori:
- il prevalere della
prevenzione
- l'acquisizione di nuove procedure diagnostiche e
terapeutiche
- il moltiplicarsi di studi scientifici ben impostati che hanno
portato a studi clinici randomizzati (RCT) a successivi lavori di metanalisi per
concludersi sulla medicina basata sulle evidenze (EBM: evidence based
medicine)
- la crescnte medicalizzazione della salute con il moltiplicarsi di
offerte ai cittadini, anche per interessi economici, di cure e di
metodiche
diagnostiche sia con la medicina tradizionale che con le medicine
non convenzionali che stanno avendo, da varie parti, riconoscimenti ufficiali
(omeopatia, fitoterapia, agopuntura, medicina ayurvedica, omotossicologia,
medicina antroposofica, ecc.)
- negli ultimi anni i cambiamenti sono stati, e
saranno sempre più, incentrati su problematiche economiche (note CUF, livelli
essenziali di assistenza (LEA), rapporto costo/beneficio, costo/efficacia,
costo/efficienza)
- l'eccesso di tecnologia, le problematiche economiche e di
riduzione della spesa e la scoperta di un gran numero di farmaci ha comportato
un pericoloso allentamento del rapporto "medico-paziente" con, in alcuni casi,
spersonalizzazione del rapporto
Inoltre la Sanità procede con cambi operativi
ed organizzativi dettati da esigenze economico organizzative, spesso senza la
partecipazione dei medici. Si è passati dal sistema delle mutue (fino al 1978)
alla istituzione del servizio sanitario nazionale (SSN) fino alla nuova
proposta, per ora accantonata, della istituzione di nuove mutue. Si sta passando
da una fase ospedalocentrica ad una fase, per ora invero più ipotizzata che
percorsa, ospedalofuga , per meglio dire, territoriocentrica come indicato anche
da "statements" della WHO. Dal 1992 si parla di dipartimenti e di distretti che
stanno faticosamente vedendo la luce in questi anni ma di cui ancora si discute
sulla organizzazione e sulle reali funzioni.
Inevitabilmente con tali
problematiche e con il passaggio da una medicina incentrata sulla prevenzione e
più sul "prendersi cura" (to care) che curare (to cure) si è assistito ad un
cambiamento che all'inizio non è stato recepito né dai pazienti che dai medici.
A questi continuava a venire richieste prestazioni 24h/24 oltre alla pretesa di
dare "tutto a tutti" mentre la società moderna indirizzava risorse e mezzi alla
sanità soprattutto ospedaliera.
Ospedali sono stati creati, anche per fini
elettorali, in ogni grande centro abitato e, sul territorio sono rimasti i
medici di medicina generale (MMG), i pediatri di libera scelta (pls), i servizi
ambulatoriali e, per la pediatria, in pochi contesti locali, i consultori
pediatrici. In alcune realtà i consultori sono stati da tempo chiusi per cui il
bambino ha come figure di riferimento il pls, l'ospedale (a volte neanche
pediatrico ) e la guardia medica generale (tentativi di guardia medica
pediatrica privata hanno avuto caratteristiche locali e privatistiche).
Attualmente esistono delle iniziative locali sulla continuità assistenziale.
CHI E' INTERESSATO ALLA CONTINUITA' ASSISTENZIALE
Possiamo comunque
affrontare il problema della continuità assistenziale dicendo che è un PROBLEMA
DI TUTTA LA PEDIATRIA nei suoi comparti ospedalieri, universitari e
territoriali, non è un problema solo del pediatra di famiglia né è un problema
che si possa demandare all'ospedale. D'altronde quanto sopra è valido sempre e
non solo per la continuità assistenziale in quanto qualsiasi scompenso nella
gestione dei bambino, sia che avvenga a livello ospedaliero o territoriale, si
ripercuote su tutti i medici e soprattutto causa dei problemi ai bambini e alle
famiglie. La collaborazione, o almeno una bassa conflittualità, tra pediatri
extraospedalieri e pediatri ospedalieri ed universitari, appare indispensabile
per arrivare a dare una risposta alla continuità assistenziale oltre che per una
crescita di tutta la pediatria. Le problematiche legate alle situazioni di
urgenza-emergenza appaiono un adeguato campo per saggiare la volontà di
collaborazione fra Pediatri di Pronto Soccorso (PdPS) e Pediatri di
Famiglia(PdF). La proposta dei PdF è quella di un percorso operativo che parta
dall'insorgere del problema sentito come "urgente" dalla famiglia, la possibile
non auto-gestione dello stesso sulla base di un processo educativo svolto in
precedenza dal PdF, passi attraverso un secondo filtro consistente nel consulto
telefonico, seguito a sua volta dalla visita pediatrica se considerata
necessaria dal PdF, fino all'eventuale invio al PdPS se esistano le condizioni
oggettive che lo rendano necessario.
Tutta questa sequela si rivela quanto
mai necessaria nei periodi in cui l'assistenza da parte del PdF venga a cessare
temporaneamente, come avviene nei giorni prefestivi e festivi, allorquando si
assiste all'intasamento dei PS ospedalieri specie per richieste di visite
impropriamente vissute come urgenti e quindi non differibili alla ripresa
lavorativa del PdF.
Tali visite sono etichettate al triage ospedaliero con i
codici bianchi e verdi che occupano oltre l'80% dell'attività di un PS
ospedaliero pediatrico nei fine settimana, specie nei periodi di forte
morbilità. Secondo l'Accordo Nazionale per la Pediatria di Libera Scelta, il
Servizio di Guardia Medica Regionale subentra, anche nell'assistenza pediatrica,
nelle ore notturne e nei prefestivi e festivi ma l'esperienza dimostra quanto le
aspettative delle famiglie, rinforzate dal gradimento che l'assistenza
pediatrica di base ha riscosso dalla sua istituzione, siano rivolte a
pretendere, giustamente, un'assistenza specialistica anche in tali evenienze;
peraltro un Servizio di Guardia Pediatrica parallelo al precedente, che agisca
sul territorio, non ha mai avuto applicazione pratica per carenza di fondi e di
personale disponibile. In realtà sono state approntati modelli operativi diversi
per queste situazioni che riassumiamo per brevità nei seguenti modi:
1)
Affiancamento nel PS ospedaliero di un ambulatorio, destinato ai codici bianchi
e verdi, gestito da un PdF
2) Consulenza telefonica pediatrica offerta vuoi
al collega di Guardia Medica, vuoi alla popolazione stessa
3) Guardia
Pediatrica stanziale, almeno diurna, in ambulatori del territorio
4) Guardia
Pediatrica offerta ai pazienti di un determinato gruppo di Pediatri che operano
in associazione
La diversità delle proposte è da leggersi in relazione alla
diversa tipologia del territorio interessato, che richiede soluzioni differenti,
ad esempio, fra zone urbane e zone extraurbane, oltre al contesto delle risorse
disponibili. Certamente il modello operativo più consono ad una moderna
pediatria ed a una condivisibile gestione delle disponibilità economiche,
risulta un servizio di Guardia Pediatrica stanziale che possa offrire una
corretta disponibilità di self-help diagnostico, volta anche ad una riduzione di
ricoveri impropri: del resto già si osserva una riduzione delle richieste di
visite domiciliari nella pratica corrente se si affianca, ad un'opera
educazionale delle famiglie, un ambulatorio fornito delle possibilità
diagnostiche elementari. Di fatto quando e ove il pediatra opera adeguatamente
negli interventi di educazione e di prevenzione e riesce, con la sua
disponibilità e professionalità, ad acquisire empatia ed autorevolezza le
piccole situazioni di urgenza "soggettiva" non portano a richieste, inutili, di
visite a domicilio né determinano un accesso ad un pronto soccorso.
L'ambulatorio destinato all'attività di "guardia" è opportuno sia svincolato
dalla sede ospedaliera in quanto l'affiancamento del PdF al PdPS, innanzi tutto
non facilmente riproducibile, porterebbe ad un potenziamento del PS incentivando
la popolazione a ricercare in quella sede la risposta a richieste improprie;
pertanto la sede dovrà essere extraospedaliera anche perchè la patologia che vi
afferirà sarà di pertinenza della Pediatria extraospedaliera.
Proprio per
questa ragione è auspicabile la disponibilità degli stessi ambulatori dei
pediatri convenzionati in quanto tale opportunità porterebbe vantaggi
innegabili: una già presente diffusione sul territorio, la facile comprensione,
da parte delle famiglie, delle potenzialità offerte dal nuovo servizio che
propone le funzioni del normale ambulatorio del PdF a cui gli utenti sono
perfettamente abituati nonché, infine, un risparmio di costi per le Aziende che
in questo modo potrebbero investire il proprio budget per il progetto
esclusivamente sulla prestazione del Pediatra. L'approccio all'ambulatorio di
turno potrebbe avvenire direttamente da parte dell'utenza (pubblicizzato,
parallelamente a quanto avviene ad esempio per le farmacie, tramite stampa) o
mediato da un numero verde Pediatrico dedicato che funzionerebbe da triage
telefonico, utile a smistare le richieste al 118 o al PS o all'ambulatorio
territoriale o fornendo alla Guardia Medica Regionale l'opportuna consulenza.
Gli orari di apertura dello studio potrebbero ricalcare gli orari di apertura di
un'ambulatorio di un PdF durante l'attività feriale: ad esempio 3 o 4 ore nel
pomeriggio del prefestivo e 2 o 3 ore nella mattina del festivo considerando del
resto che la norma dell'Accordo Nazionale prevede l'effettuazione della visita,
se non oggettivamente urgente, entro la giornata, se richiesta entro le ore 10,
mentre nella giornata successiva se arrivata successivamente. Il numero degli
studi aperti potrebbe variare a seconda della situazione epidemiologica prevista
e della popolazione interessata. Infine il problema più importante: il
reclutamento di un numero di specialisti adeguato al modello ipotizzato;
l'adesione al Servizio di Guardia Pediatrica non potrà essere che volontaria in
quanto non è ipotizzabile che possa essere estesa l'attività lavorativa di un
PdF ai giorni prefestivi e festivi la cui reperibilità feriale è oggi di
sessanta ore settimanali, fatto di raro riscontro per le professionalità
occupate nel mondo sanitario, e non solo sanitario. Pertanto ai PdF disponibili
dovranno essere forniti nominativi di colleghi non convenzionati o, se
convenzionati, non massimalisti, per l'eventuale sostituzione del turno del
titolare del rapporto di convenzione.
Ovviamente tale disponibilità dovrà
essere opportunamente incentivata economicamente dalle Aziende Sanitarie le
quali dovranno considerare come un modello operativo di Guardia Pediatrica così
descritta possa portare, oltre a un sostanziale soddisfacimento delle
aspettative dell'utenza, ad un deciso risparmio in tema di accessi impropri ai
PS con i conseguenti possibili ricoveri.
Altre risposte che si possono dare riguardano l'ospedale e l'integrazione
ospedale-territorio:
Apertura di un ambulatorio, nell'ambito dello stesso
pronto soccorso. È destinato ai codici bianchi nelle ore di maggior affluenza al
pronto soccorso, con conseguente riduzione dei tempi di attesa e
decongestionamento del pronto soccorso stesso, la cui struttura può dedicarsi ad
affrontare le urgenze. Aumento dei ricoveri in osservazione breve intensiva
rispetto ai ricoveri in regime ordinario. Ciò può permettere risposte più
adeguate e complete per le più frequenti patologie pediatriche (enteriti,
broncopolmoniti, asma, avvelenamenti, traumi cranici, convulsioni febbrili,
infezioni delle vie aeree …), un miglioramento delle prestazioni e una riduzione
del numero di rientri in pronto soccorso. Permette, inoltre, il ricovero in
unità di degenza appropriati e quindi la riduzione di ricoveri impropri nei
reparti di degenza ordinaria. La gestione del lattante febbrile, a esempio, è
certamente più adeguata a livello di osservazione breve intensiva dove è
possibile mettere in pratica le linee guida internazionali completando gli
accertamenti più opportuni senza correre il rischio, da un lato di sottovalutare
una patologia che non può essere gestita ambulatorialmente e dall'altro di
sottoporre il piccolo paziente a un ricovero prolungato in regime ordinario con
tutti gli svantaggi che ne conseguono.
Maggiore integrazione con il
territorio. Sia con il dipartimento di emergenza che gestisce il 118 sia con i
medici di famiglia e con i pediatri di libera scelta. Ciò permette da un lato di
aumentare l'efficienza e l'efficacia delle presta- zoni in emergenza con un
aumento marcato del numero di accessi con il 118 e dall'altro di aumentare i
contatti con i pediatri di libera scelta sia con la possibilità di accessi più
ordinati e per garantire eventuali dimissioni precoci e protette(9) Riassumiamo
nel box i punti salienti della proposta :
1) guardia pediatrica
stanziale
2) accesso o diretto o mediato da numero verde dedicato
3)
ambulatorio extraospedaliero
4) apertura nei pomeriggi dei prefestivi e nelle
mattine dei festivi
5) adesione volontaria
references:
1) Clemente A.
La continuità dell'assistenza al bambino. Riv.Ital.Pediatr. 2001; 27;
584-585
2) Fanos V. La continutà assistenziale in pediatria: nuovi scenari
per il bambino fra ospedale e territorio. Riv.Ital.Pediatr. 2001 ; 27 ;
587-591
3) Scribano PV, Wiley JF 2nd, Platt K, Pediatr Emerg Care 2001
Oct;17(5):321-3, Use of an observation unit by a pediatric emergency department
for common pediatric illnesses.
4) Sanchez Serrano FJ, Zubiaur Cantalapiedra
A, Herrero Galiana A, Gallart Martinez An Esp Pediatr 2002 Jan;56(1):17-22 MD,
Jimenez Yanez R, Sanguino Lopez L, Flores Serrano J Ethnic difference in
attendance at emergency departments. An approximation to the gypsy
reality.
5) Sharma V, Simon SD, Bakewell JM, Ellerbeck EF, Fox MH, Wallace DD
Factors influencing infant visits to emergency departments. Pediatrics 2000
Nov;106(5):1031-9
6) Hull S, Harvey C, Sturdy P, Carter Y, Naish J, Pereira
F, Ball C, Parsons L Br J Gen Pract 2000 Jan;50(450):31-6 Do practice-based
preventive child health services affect the use of hospitals? A cross-sectional
study of hospital use by children in east London.
7) Jones DS, McNagny SE,
Williams MV, Parker RM, Sawyer MF, Rask KJ Pediatr Emerg Care 1999
Feb;15(1):13-6 Lack of a regular source of care among children using a public
hospital emergency department.
8) Browne GJ, Penna A Arch Dis Child 1996
Apr;74(4):309-13 Short stay facilities: the future of efficient paediatric
emergency services.
9) Di Saverio P. Le soluzioni di continuità assistenziale
Il Med. Ped. 2002;4; 271-272
Riportiamo alcuni riferimenti
normativi:
L'attività di primo intervento, non legato all'emergenza, deve
essere assicurato nelle fasce diurne dal pediatra di libera scelta, e, nelle
aree carenti, dal medico di medicina generale, come previsto dall'accordo
nazionale. Nelle ore notturne, nei giorni festivi e per quanto non contemplato
nel citato accordo collettivo nazionale, nel pomeriggio di sabato e dei festivi
andranno individuati i punti di primo soccorso o di guardia pediatrica intra e/o
extraospedalieri. Differenti modalità organizzative, espressamente individuate a
livello locale, dovranno comunque tendere, nell'ambito delle attività del
dipartimento materno infantile, al coinvolgimento dei pediatri operanti sul
territorio.
Linee guida ministeriali su Emergenza ed Urgenza 1996
PROGETTO OBIETTIVO MATERNO INFANTILE GAZZETTA UFFICLALE 7.6.2000
Urgenza ed Emergenza pediatrica
Livello di intervento :
I°
LIVELLO :
a livello territoriale una più stretta collaborazione in ambito
distrettuale tra pediatra di libera scelta e pediatria ospedaliera può
ricondurre il flusso dei pazienti in età minorile nell'area pediatrica evitando
gli attuali inutili transiti attraverso i servizi opedalieri dedicati
all'adulto. II° LIVELLO
A livello ospedaliero, attraverso la revisione della
rete delle U.O. pediatriche ( una/250.000 abitanti), sarà possibile garantire
nell'arco delle 24 ore l'offerta del pediatra in ospedale… Compito dell'U.O.
pediatrica, sarà quello di garantire il coordinamento e l'attivazione di
interventi di pronto soccorso e di guardia pediatrica … III° LIVELLO
DEA
pediatrici ( uno)
Sintesi Piano sanitario Nazionale 2002-2004 : pag 12 e 34
: vi sono riferimenti alla continuità assistenziale
Riportiamo i punti negli
accordi collettivi nazionali e regionali ove si tratta della continuità
assistenziale:
Nell'ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE PER LA DISCIPLINA DEI
RAPPORTI CON I MEDICI SPECIALISTI PEDIATRI DI LIBERA SCELTA, AI SENSI DELL'ART.8
DEL DECRETO LEGISLATIVO N.502/92, COME MODIFICATO DAI DECRETI LEGISLATIVI
N.517/93 E N.229 /99 si trova alla dichiarazione preliminare la seguente
frase:
"definizione di ulteriori possibilità per garantire la continuità
assistenziale, anche mediante iniziative di associazionismo medico, come
indicato dal decreto legislativo n. 229/99, comunque in un contesto collegato
con lo specifico servizio, ove già presente a livello territoriale" e inoltre
nella "Premessa" al comma b: "partecipazione al servizio di continuità
assistenziale, onde garantire il completamento della assistenza primaria da
gestire con pediatri adibiti espressamente alla funzione ovvero in associazione
con altri pediatri convenzionati, nonché con gli altri servizi territoriali ed
ospedalieri o con pediatri convenzionati in associazione o in pediatria in/o di
gruppo, nonché utilizzando pediatri in graduatoria regionale".
Viene citata
la continuità assisetenziale in altri punti:
Art 1 comma c: continuità
assistenziale pediatrica sulla base di specifici accordi regionali;
ART. 14
ter - Equipes territoriali: l'assistenza primaria di medicina generale, compresa
la continuità assistenziale
Art 29 : .L'attività del pediatra di famiglia
viene espletata durante l'arco temporale non rientrante nella competenza dei
servizi preposti alla continuità assistenziale di cui all'art.43, e comprende i
seguenti compiti remunerati a quota fissa:
ART.38 - Collegamento con i
servizi di continuita' assistenziale
1) Il Pediatra di famiglia, secondo
scienza e coscienza, valuta l'opportunità di lasciare brevi note esplicative
presso quegli assistiti le cui particolari condizioni fisico-patologiche
suggeriscano eventuali accorgimenti nell'esplicazione di interventi di urgenza
da parte di medici addetti al servizio di continuità assistenziale
Tali
frasi permettono ed indicano quali strategie possono essere poi realizzate a
livello regionale e aziendale per cui, in un'ottica di devoluzione alle Regioni,
abbiamo valutato cosa è stato stabilito a livello regionale. Al momento della
stesura di questo articolo abbiamo potuto valutare quanto stabilito da gli
accordi integrativi regionali delle seguenti regioni: Liguria, Abruzzo,
Piemonte, Marche, Sicilia
- Liguria: Articolo 13 - Continuità
Assistenziale
Fermo restando che la continuità assistenziale disciplinata
dall'Accordo Collettivo Nazionale per la medicina generale si estende anche agli
assistiti in carico ai medici specialisti pediatri di libera scelta, presso le
singole Aziende potranno essere attivati appositi servizi e presidi di
assistenza pediatrica nei giorni prefestivi e festivi e nella fascia notturna
dei giorni feriali.
L'organizzazione del servizio di continuità assistenziale
pediatrica, le modalità di reclutamento del personale ed i compensi da
corrispondere ai medici partecipanti saranno regolati da accordi aziendali,
approvati dai Comitati Aziendali.
Inoltre in Liguria si trovano le seguenti
indicazioni del PSR della Regione "La riorganizzazione delle rete ospedaliera",
versione 05 del 31 ottobre.
Pag 10 …….."promovendo un sistema organizzativo
che opera in modo coordinato e integrato con i servizi territoriali. I soggetti
erogatori e le ASL, attraverso lo strumento degli accordi e dei contratti,
definiscono per le prestazioni caratterizzate da bassa e bassissima complessità
obiettivi per il raggiungimento di ospedalizzazione domiciliare, ADI,
prestazioni a domicilio, consulenza ai medici di medicina generale associati,
ecc. Il distretto sanitario deve diventare punto di riferimento e di raccordo
tra la funzione ospedaliera e quella territoriale. Il lavoro delle Aziende
sanitarie sull'analisi di complessità, durata della degenza e saturazione dei
posti letto in termini di appropriatezza postula lo stretto collegamento con il
sistema delle residenzialità extraospedaliera e con le cure domiciliari che
devono costituire uno strumento forte e permanente ai fini della "non
ospedalizzazione" che della continuità assistenziale
…………………………..pag
11…………………………. Il tema dell'appropriatezza, er alcuni aspetti, è direttamente
collegato al corretto funzionamento della rete dell'emergenza. E' noto infatti
come molti ricoveri impropri siano diretta conseguenza degli accessi in pronto
soccorso. Va quindi intensificato lo sforzo di riorganizzazione del sistema di
emergenza per ridurre in modo significativo questo fenomeno che penalizza in
gran parte gli ospedali sede di DEA. E' inoltre necessario potenziare l'attività
di filtro delle strutture territoriali, sempre al fine di garantire un più
appropriato accesso ai pronto soccorsi.. Tale ruolo dovrà essere garantito
dall'attività di coordinamento del Distretto, anche in collaborazione con i
medici di famiglia e di continuità assistenziale…………………………………………
- Abruzzo:
Al fine di assicurare il completamento e integrazione dell'assistenza
primaria pediatrica, la continuità assistenziale notturna , prefestiva e festiva
viene organizzata attraverso l'utilizzazione di Pediatri di libera scelta
convenzionati singoli, in gruppo o in associazione , Pediatri inclusi nella
graduatoria regionale pediatrica, Pediatri della Medicina dei servizi e Pediatri
consultoriali compatibili, Pediatri delle graduatorie extraregionali secondo l'
allegato(C.A.P. art 1….13) che definisce : Continuità assistenziale pediatrica,
Caratteristiche del servizio, Adempimenti del Pediatra in servizio
ecc.
Premesso che l'attività di continuità assistenziale è svolta su tutto il
territorio dai medici di medicina generale e che le esigenze della fascia
pediatrica, nelle ore in cui non è in funzione il servizio di Pediatria di
Famiglia, sono specifiche e peculiari e che il numero dei Pediatri iscritti
negli elenchi della Pediatria di Famiglia sarebbe insufficiente a coprire il
servizio di continuità assistenziale sull'intero territorio regionale, si
prospetta l' organizzazione del servizio di continuità assistenziale
territoriale Pediatrica nelle ore di non servizio della Pediatria di Famiglia
attraverso l'utilizzazione volontaria delle figure professionali sopra
individuate.
Tale attività, essendo pregiudizialmente un'attività
territoriale va gestita nei Distretti e non nei Presidi Ospedalieri o di Pronto
Soccorso Art. 1
Continuità assistenziale pediatrica (allegato
C.A.P.)
L'attività del Servizio di Continuità Assistenziale Pediatrica viene
svolta nell'ambito del distretto dove lo specialista pediatra può essere
contattato direttamente dall'utente per la visita ambulatoriale oppure
effettuare la consulenza telefonica per i colleghi del servizio di continuità
assistenziale per la medicina generale che si trovano ad operare nell'ambito
territoriale di competenza.
Il Servizio di Continuità Assistenziale
Pediatrica è finalizzato ad assicurare l'assistenza sanitaria specialistica ai
cittadini in età pediatrica da 0 a 14 anni, per prestazioni di cui all'art. 7 ,
secondo il seguente orario:
giorni prefestivi dalle ore 10.00 alle ore 08.00
del giorno successivo
giorni festivi dalle ore 08.00 alle ore 08.00 del
giorno successivo
giorni feriali dalle ore 20.00 alle ore 08.00 del giorno
successivo
Le prestazioni fornite sono gratuite per tutti i cittadini in età
pediatrica presenti sul territorio regionale che, anche occasionalmente,
necessitano di assistenza.
Entro 30 giorni dalla pubblicazione del presente
accordo l'Azienda deve indicare le sedi di servizio idonee : esse devono essere
allocate in strutture ubicate nel Distretto di loro competenza ; In ogni caso i
locali prescelti non devono coincidere con quelli adibiti al servizio di
continuità assistenziale di Medicina Generale. L'Azienda deve garantire che le
sedi di servizio siano dotate di idonei locali, forniti di adeguate misure di
sicurezza, secondo le leggi vigenti, per la sosta ed il riposo dei pediatri
nonché di servizi igienici .L'Azienda predispone i turni, dovendo ridurre al
minimo l'impegno notturno dei pediatri che il giorno seguente devono svolgere
attività di pediatra di famiglia, nel rispetto dell'orario settimanale
attribuito, sentiti i pediatri interessati, nonché il rafforzamento dei turni
medesimi dove occorra.
Provvede altresì:
ad assicurare in modo adeguato la
registrazione delle chiamate telefoniche previste dall'art.7 c.4 del p.a.
a
garantire nei modi opportuni la tenuta e la custodia dei registri di carico e
scarico dei farmaci, dei presidi sanitari e degli altri materiali messi a
disposizione dei pediatri addetti alla continuità assistenziale pediatrica.
-
Sicilia:
La Regione Sicilia si impegna in collaborazione con le OO.SS. a
realizzare aree di sperimentazione su cui impegnare risorse e competenze in
ordine a:
integrazione del pediatra nel Dipartimento Materno Infantile
valorizzazione della pediatria di comunità
istituzione della continuità
assistenziale pediatrica
- Marche
Ai sensi del comma 7 dell'art 17
dell'accordo nazionale, e stabilito che, al fine di garantire la continuità
delle prestazioni indispensabili ai sensi della legge 146/90 e quindi le visite
domiciliari urgenti, l'assistenza programmata ai malati terminali, in occasione
della astensione, si assicura la continuità assistenziale all'interno della ASL,
attivando un servizio pediatrico con modalità che garantiscano la risposta ai
bisogni della popolazione.
CONTINUITA' ASSISTENZIALE
In considerazione
delle risorse umane ed economiche disponibili, le parti concordano di effettuare
una sperimentazione del servizio di continuità assistenziale pediatrica
d'urgenza, notturna, prefestiva e festiva per un periodo di sei mesi presso due
Aziende che saranno individuate dal Comitato Consultivo Regionale -
Piemonte
Si parla di continuità assistenziale solamente per quanto riguarda
la dimissione precoce del neonato all'art. 4 Dimissioni precoci del neonato
sano
Tale funzione si inserisce in un contesto operativo volto ad assicurare
una continuità assistenziale nell'ambito delle attività pediatriche.
Sono
demandate alle Aziende Sanitarie eventuali specifici percorsi assistenziali
collegati alla dimissione precoce concordata e protetta del neonato sano.
-
Veneto
Il comma 4, lettera c), che estende ai medici di continuità
assistenziale ed ai medici pediatri di libera scelta la partecipazione alle
forme associative della medicina generale, è ritenuto di valore strategico ben
maggiore della letterale formulazione esortativa. Infatti parlare di team delle
cure primarie significa coinvolgere professionalità diverse dal medico di
medicina generale, quali medici di continuità assistenziale, medici pediatri di
libera scelta, medici specialisti, infermieri del territorio, terapisti della
riabilitazione e personale di studio.
Al fine di garantire una maggiore
disponibilità del servizio di assistenza primaria con una pronta e continua
risposta ai bisogni del cittadino e con l'obiettivo di rafforzare la rete
territoriale dei servizi distrettuali, viene consentito l'utilizzo del medico di
continuità assistenziale nell'ambito delle forme associative, con modalità
organizzative definite dall'associazione ed approvate dall'Azienda. Il medico
della continuità assistenziale può essere integrato nell'ADI secondo modalità
organizzative definite dall'Azienda d'intesa con le Organizzazioni sindacali
maggiormente rappresentative a livello aziendale.
E' auspicabile siano messi
in atto meccanismi atti a favorire una progressiva integrazione di queste figure
in un team delle cure primarie in grado di fornire, in autonomia, un approccio
multidisciplinare ai bisogni espressi dai cittadini.
Sono consentite forme
associative miste, contenenti più tipologie di associazione, come previste dal
comma 6 dell'articolo 40, con un numero massimo di dieci aderenti, proposte dai
medici interessati ed autorizzate dall'Azienda U.L.S.S.
Altre forme di
integrazione possono essere previste dall'accordo che costituisce la forma
associativa, liberamente concordato tra i medici. L'accordo offre la possibilità
di garantire forme di presa in carico strutturate per problemi, per gruppi
target, per forme di assistenza integrata, ecc. nell'ambito di progetti
aziendali che prevedano la budgettizzazione della gestione, a livello
territoriale, di casi complessi.
CAPO IV
LA CONTINUITA'
ASSISTENZIALE
La Continuità Assistenziale fa parte delle attività
distrettuali e viene organizzata su base distrettuale o sovradistrettuale.
Le
seguenti azioni qualificano l'attività del medico del Servizio di continuità
assistenziale:
migliorare l'accessibilità degli utenti al Servizio di
continuità assistenziale e collaborare a snellire le procedure per l'accesso a
tutti i servizi dell'Azienda;
integrare le proprie attività con quelle del
medico di Assistenza Primaria e del Distretto, in coerenza con il Programma
delle attività territoriali, anche avvalendosi degli strumenti di comunicazione
messi a disposizione dall'Azienda (es.: linee telefoniche e telefonia
mobile);
condividere ed applicare la Carta del Servizio di Continuità
Assistenziale, parte di quella della Medicina Generale;
La Continuità
Assistenziale partecipa, sulla scorta dei progetti aziendali, alle attività di
cure primarie del territorio. Presta la sua opera anche in A.D.I., R.S.A.,
etc.
L'attività potrà essere svolta non solo negli orari previsti, ma anche
nei giorni feriali in accordo e integrazione con i MMG. Partecipa, inoltre, alle
attività formative e alle altre attività del Distretto.
1. Il Servizio di
continuità assistenziale (art.48)
Con il presente accordo si dà attuazione
all'art.48, 4° co., lett. a) dell'A.C.N. di cui al D.P.R. n.270/2000,
conseguendo da ciò la conferibilità ai medici aventi titolo di incarichi a tempo
indeterminato con le modalità previste dagli artt.49 e segg. del suddetto
A.C.N.
Il servizio è disciplinato dagli artt.48 e segg. dell'A.C.N. di cui al
D.P.R. n.270/2000.
L'attività si articola come segue (art.48, 2
comma):
orario prefestivo, dalle ore 10 alle ore 8 del giorno
successivo;
orario festivo, dalle ore 8 alle ore 8 del giorno
successivo;
orario feriale, dalle ore 20 alle ore 8 del giorno
successivo.
L'Azienda, per esigenze di servizio, può anticipare l'inizio del
turno, che viene di conseguenza aumentato delle ore corrispondenti, per le quali
viene corrisposto il trattamento economico onnicomprensivo orario nella misura
minima di lire 50.000, salvo diverse determinazioni definite a livello
aziendale.
- Basilicata:
Qualora e dove se ne dovesse riscontrare la
possibilità e/o opportunità le singole Aziende USL e le OO.SS. potranno studiare
e concordare eventuali forme di Continuità Assistenziale in favore della
popolazione in età pediatrica nelle fasce orarie notturne e/o prefestive e
festive mediante la istituzione di un punto di ascolto telefonico pediatrico
oppure di un servizio di guardia pediatrica stanziale.