Gastroenterite

La diarrea, associata o meno al vomito è molto frequente in età pediatrica, I maggiori tassi d’incidenza infatti si verificano al di sotto del secondo anno di età, riducendosi progressivamente fino al quinto. In Italia si stima che ogni anno si verifichino 2,5 milioni di episodi di diarrea nei bambini al di sotto dei 4 anni di età.

Rappresenta, nel mondo, soprattutto nei paesi “poveri” e con situazioni igieniche e sanitarie scadenti, una delle principali cause di mortalità infantile.

Nei paesi civilizzati la mortalità è rara ma in determinate situazioni (bambino molto piccolo, vomito incoercibile, scarsa capacità della famiglia a gestire la malattia) si rende necessario il ricovero.

La diarrea è causata, nella maggior parte dei casi, da infezioni virali (Rotavirus, adenovirus responsabili di oltre il 50% dei casi di diarrea) o, meno frequentemente batteriche (Salmonella o altri batteri come particolari tipi di Escherichia Coli, Yersinia enterocolitica, Campilobacter jeunj, shigella).  Le infezioni batteriche sono più frequenti nel periodo estivo mentre i virus, soprattutto il Rotavirus, nel periodo invernale.

 

Il microrganismo che causa la malattia può essere stato trasmesso al bambino attraverso cibi od oggetti che si portano alla bocca contaminati dalle feci di un soggetto malato o portatore sano del microrganismo. Nel caso delle salmonelle gli alimenti più frequentemente contaminati sono le uova e i prodotti da loro derivati. Le infezioni virali inoltre si possono diffondere anche attraverso le goccioline di saliva, tramite la tosse o gli starnuti.

 

Nel tubo digerente i batteri e i virus causano l'infiammazione e la distruzione di parte del rivestimento della parete intestinale. L'infiammazione porta alla produzione di muco e, nei casi più importanti, di pus e di sangue che vengono quindi persi con le feci.

Se anche lo stomaco è interessato si può presentare il vomito che è il segno della infezione e della mancata digestione del cibo. Attraverso la diarrea e il vomito il bambino può perdere molti liquidi che contengono sali minerali necessari al funzionamento dell'organismo  con conseguente rischio di disidratazione.

Una gastroenterite acuta, non grave, la durata media è di circa 3/5 giorni anche se disturbi “minori” (perdita di appetito, dolori addominali e alterazioni dell’alvo possono durare più a lungo).

La cura


Di solito non si usano farmaci che hanno un ruolo assolutamente secondario rispetto ad altri provvedimenti terapeutici infatti la terapia fondamentale della diarrea è poco costosa  apparentemente semplice ed a “bassa tecnologia”: la reidratazione orale. diarrea e vomito NON sono una malattia ma sono sintomi.  Sono meccanismi usati dal nostro organismo per difendersi (come febbre e tosse).  Con la diarrea ed il vomito il nostro organismo cerca di espellere gli "aggressori" (ovviamente facendo ciò espelle anche liquidi, cibo indigerito, cellule dell'intestino sfaldato).Infatti, la cura più importante consiste nel far bere al bambino una soluzione che contiene i sali minerali. In questo modo potrà riprendere le sostanze perse con il vomito e la diarrea evitando una disidratazione più grave. È necessario che i genitori, informati dal pediatra, facciano tutto il possibile per far bere al bambino questa soluzione. E’ necessario inoltre:

-  non tenere a portata di mano del bambino altre bevande (acqua, succhi di frutta, coca cola, ecc.) perché vostro figlio certamente le preferirà alla soluzione,
- far bere la soluzione a piccoli sorsi, con un cucchiaino, un cucchiaio o con la cannuccia; non datela troppo velocemente perché ciò potrebbe provocare il vomito. La soluzione è di sapore più gradevole se conservata in frigorifero.
- La quantità di soluzione che il bambino dovrebbe bere dipende dalla sua perdita di peso. Di solito dovrebbe essere 100 ml ogni chilogrammo di peso nelle 24 ore: ad esempio per un bambino di 10 kg sarebbe di 1 litro al giorno.
- se proprio il bambino non vuole la soluzione potete mescolarla a piccole quantità di altri liquidi come 1'acqua, la camomilla e il tè che non devono essere zuccherati e neppure vi devono essere aggiunti biscotti o altro.


Dieta

La rialimentazione deve iniziare non appena la reidratazione è conclusa. Gli alimenti da utilizzare sono: latte materno (liberamente), latte vaccino intero o formula precedentemente usata a concentrazione piena (salvo casi particolari o la ricomparsa di diarrea per intolleranza al lattosio che può intervenire nel 6% dei bambini); carboidrati complessi (patate, riso, pasta), carni magre, yogurt, frutta e vegetali; da evitare alimenti ricchi di grassi e zuccheri semplici. Il timore che la precoce reintroduzione degli alimenti in corso di gastroenterite acuta potesse riesacerbare la stessa e causare l’instaurarsi di una diarrea protratta  ha condotto a prescrizioni di lunghi digiuni e rialimentazioni con diete fortemente ipocaloriche. L’evidenza ha dimostrato invece l’esatto contrario. Le  restrizioni dietetiche, infatti, associate alla naturale inappetenza presente nella fase acuta, concorrono ad un apporto calorico insufficiente inducendo il protrarsi della malattia o l’insorgenza  di complicanze.

Spesso è il bambino che si rifiuta di mangiare cercando così di difendere il suo intestino dal cibo la cui digestione è difficoltosa. Non bisogna insistere per far mangiare il bambino. È compito del medico decidere come modificarla di giorno in giorno.

Un discorso a parte meritano gli antibiotici. Nella stragrande maggioranza dei casi non è necessario alcun antibiotico poiché la causa della diarrea o è un virus o un microbo non pericoloso.
Nel caso delle enteriti da salmonelle comuni la terapia antibiotica oltre a non essere utile è anche dannosa perché aumenta il periodo durante il quale le salmonelle rimangono nell'intestino.